L’economia circolare permette di creare nuovi modelli di business che integrano innovazione e sostenibilità come scelta strategica di competitività. Il recupero delle materie prime seconde fa risparmiare energia primaria per 17 milioni di tonnellate di petrolio l’anno, ed emissioni per 60 milioni di CO2. L’Italia è seconda a livello Europeo per riciclo industriale; 48,5 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi avviati al recupero.
Nel Mondo vengono prodotti 26 miliardi di litri di vino, di cui il 20% in Italia, e i sottoprodotti raggiungo la cifra incredibile di 7 miliardi di kg. Il riutilizzo più comune per i sottoprodotti è come biomassa, ovvero il loro destino è essere bruciati per produrre energia. Seppur possa sembrare già un ottimo approccio, in realtà si stanno bruciando preziose molecole che almeno in parte potrebbero essere recuperate per creare prodotti ad elevato contenuto tecnologico e alto valore aggiunto (come ad esempio dispositivi medici).
Queste molecole sono i polifenoli e sono dei capolavori di architettura molecolare. Ogni vitigno ha un contenuto polifenolico in termini di quantità e qualità unico, e in una bottiglia di vino sono contenuti circa 1 grammo di polifenoli, suddivisi in più di 100 differenti strutture molecolari.
In tutte le università del Mondo si stanno studiando le possibili applicazioni di queste molecole, che possono andare dal medicale al nutraceutico, dal cosmetico al tessile, dal fotovoltaico all’alimentare.
Il riconoscimento della presenza di molecole preziose nei sottoprodotti di vinificazione e il loro sfruttamento consapevole possono essere parte di un nuovo ciclo di valorizzazione della coltivazione dell’uva con significative implicazioni scientifiche, economiche e sociali.
“Se si iniziasse a guardare allo scarto come un’opportunità si potrebbero vedere nuovi orizzonti di mercato. Unendo la cultura biotecnologica con l’etica un mucchio di rifiuti potrebbero diventare un insieme di molecole interessanti per realizzare prodotti di valore per uno sviluppo sostenibile del locale al globale”
Dr. Marco Morra Presidente di INNUVA